introduzione
I.:Hotel San Rocco è stato, con la sua ricca storia di religione, arte e cultura, per lunghi anni, la seconda casa di mio padre, il Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini. È per questo che con onore la prima iniziativa artistica della Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini si tiene in questo luogo come omaggio alla passione che quest’ultimo aveva nei confronti di ogni espressione artistica, classica o contemporanea, aperta da imprenditore eclettico, visionario e di successo ad ogni nuova espressione e forma di arte. Questo è un omaggio anche, grazie all’artista Bolla, alla sua passione coltivata con gli amici con intensa frequenza settimanale per il gioco conviviale delle carte. La Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini si prefigge la valorizzazione della sensibilità artistica.
Un vivo ringraziamento va a Costanza Casali, con amicizia, ringraziandola in primis per l’opportunità concessami negli anni scorsi di conoscere le opere, le capacità ed estro dell’artista Bolla, il quale come uomo unisce sia un’attività professionale e imprenditoriale di grande successo e rilievo nel campo oculistico e al contempo è un eccezionale artista dalla sensibilità e di grande umanità. Anche in queste caratteristiche mi ricorda molto le due sfaccettature di mio padre, ed anche per questo, questa mostra prende ulteriore significato.
Per il Cavaliere Alberto Giacomini l’opera d’arte non era solo un godimento personale e individuale, ma bensì e sopratutto condivisione di sensazioni, emozioni e sentimenti da vivere in compagnia.
Un ringraziamento particolare va quindi all’artista Bolla che ha ricreato suggestioni e sensazioni con le sue bellissime opere all’interno delle sale di Villa Gippini ridando vita e contemporaneità agli affreschi, alla storia di questi ambienti che ben interagiscono con il “tavolo da gioco” dellevoluzione della vita, dove ognuno di noi mette in gioco le carte dei propri affetti, sentimenti, aspirazioni, dolori, gioie e sogni.
Un ringraziamento particolare va alla sensibilità e partecipazione dello staff dell’Hotel San Rocco verso il quale mio padre nutriva ed io tuttora nutro affetto ed in particolare alla sua manager, Mariama Samaké.
Andrea Alessandro Giacomini
Playing in the room
Nicola Bolla, artista di fama internazionale, vive a Torino dividendosi tra l’attività di artista e il lavoro di medico oculista. E’ noto soprattutto per il suo teschio di Swarosky, divenuto l’icona della società dell’appartenenza del capitalismo avanzato, che nel 1997 precede di oltre un decennio quello di diamanti di Damien Hirst.
Parallelo all’utilizzo dei cristalli Swarosky è l’approdo alle carte da gioco come materiale d’elezione per costruire le sculture. Nelle varie tecniche attraversate la costante sembra essere la modalità del processo creativo che si articola in due distinti momenti: la ricerca del lato nascosto delle cose e la loro trasformazione. Bolla ripete migliaia di volte lo stesso cristallo, la carta da gioco (uguale e diversa e in ogni caso sempre doppia) di innumerevoli mazzi, afferma migliaia di volte la stessa parola magica: monito e incantesimo al tempo stesso.
Nelle opere con le carte che costituiscono il corpus centrale della mostra “Playinig in the room” la valenza magica e rituale della ripetizione viene ribadita ed elevata a potenza da quella del gioco. Ne deriva una scultura in cui l’impermanenza e la vulnerabiilità dell’essere umano, degli animali (uccelli soprattutto, pappagalli e struzzi) e del creato tutto (si vedano i Mandala e le Iridi) si rivela fin dal materiale di costruzione.
In “Playing in the room” l’artista gioca nello spazio espositivo, la stanza di una casa, creando suggestioni impreviste e sorprendenti. In questa produzione perdura l’idea del bestiario, in cui i soggetti, ora divenuti principalmente uccelli, struzzi e pappagalli, in qualche modo richiamano il Barocco e il Roccocò, correnti artistiche in cui gli animali venivano raffigurati con elementi surreali.
Temi cari all’artista sono quelli dell’iride e del mandala, che vengono traslati in opere realizzate con la tecnica delle carte da gioco. Il mazzo di carte è anche un complesso e completo insieme di immagini che, come il mandala, ambisce a rappresentare e a racchiudere il cosmo, e l’uomo in esso, in un sitema di segni. Esso partecipa inoltre della natura del gioco, che, nell’accettazione più comune per la nostra cultura, è opposto alla serietà.
Non deve stupire che, in tempi di così ampia destrutturazione esterna, di desistenza dell’autorità e di liquefazione dei dogmi, il gioco nelle sue varie manifestazioni torni ad occupare spazi un tempo deputati o limitrofi alla ritualità collettiva se non alla fede religiosa. Così le carte degli innumerevoli mazzi con cui Bolla costruisce le sue opere sono strumento per la costruzione di sculture di un materiale quasi diametralmente opposto al marmo di classica memoria. Esse sono illusione, azzardo, destino, strumento e non fine o decoro.